Nuovi colpi di scena e tentativi di rimediare a vecchi errori investigativi

di | 27 Novembre 2014

Nuovi colpi di scena e tentativi di rimediare a vecchi errori investigativi: nel processo d’appello bis a carico di Alberto Stasi, imputato per l’omicidio di Chiara Poggi, spuntano tasselli che a sette anni da quel 13 agosto 2007 potrebbero rivelarsi decisivi per completare il puzzle di Garlasco. Prima di tutto, un’altra bicicletta nera da donna: il sostituto procuratore generale Lara Barbaini ha infatti chiesto di acquisire agli atti i documenti contabili che dimostrano che due biciclette nere da donna, di cui una simile a quella già sequestrata dagli inquirenti nell’aprile scorso, erano state regalate da un fornitore a titolo promozionale al padre di Alberto, Nicola Stasi, proprietario di un’officina di autoricambi e stroncato da una malattia autoimmune a Natale 2013. E’ uno dei nodi cruciali della battaglia processuale: l’ipotesi iniziale, basata sulle testimonianze dei vicini che parlavano di una bici nera da donna appoggiata al muretto della villetta di via Pascoli, era che l’assassino l’avesse utilizzata per arrivare a casa di Chiara la mattina dell’omicidio e poi per allontanarsene. Eppure, malgrado una bicicletta di quel tipo si trovasse nell’officina di Stasi, gli inquirenti una settimana dopo il delitto misero i sigilli su un’altra bici nella disponibilità della famiglia, rossa e da uomo, e soltanto dopo la decisione di riaprire il caso, anche su quella nera. Una delle due, si scopre adesso: la prima, quella donata al padre si Alberto nel 2004, corrisponderebbe a quella già sequestrata, la seconda, ricevuta dal papà di Alberto nel 2005, sarebbe sparita. Tutto succede mentre tramonta l’istanza di una nuova istruttoria sui pedali presentata dai legali dei Poggi, Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, alla quale i difensori di Alberto Stasi, Angelo Giarda e Giuseppe Colli, si erano opposti: lo scambio dei pedali sulle due biciclette di casa Stasi sequestrate è matematicamente escluso afferma la pg Barbaini.
Chiara Poggi

Tra le novità emerse da mesi di lavoro della polizia giudiziaria, ci sarebbe poi una voce dell’estratto conto di una carta di credito di Alberto Stasi: secondo l’accusa, infatti, l’ex fidanzato di Chiara e unico accusato dell’omicidio avrebbe acquistato, nei giorni precedenti al delitto, un paio di scarpe che non risulterebbe tra quelle consegnate ai carabinieri dopo la morte della ragazza.

Il 27 novembre, domani parlerà la parte civile. Per il 3 dicembre invece è prevista l’arringa difensiva e il 17 dicembre sarà emessa la sentenza dopo 5 anni finalmente. Laura Barbaini chiede 30 anni di reclusione per Alberto Stasi per aver agito con crudeltà.

Secondo l’accusa l’imputato ha cercato di ostacolare le indagini con omissioni che sono andate al di là del diritto di difesa. Aspettiamo con ansia la sentenza, il verdetto finale.

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