Emergenza maltempo in tutta Italia ma soprattutto a Genova

Emergenza maltempo in tutta Italia ma soprattutto a Genova dove crolla un cimitero e sono un miliardo i danni.

A causa del maltempo a Genova risultano isolate 180 famiglie che vivono in località sparse a Brigna, dall’alluvione del 9 ottobre ad oggi sono, invece, 99 le famiglie sfollate. Due persone sono morte in questi giorni, una ragazza di 16 anni e un parente di 70 anni che vivevano nella casa con altre persone che miracolosamente sono riuscite a salvarsi. Sono più di centinaia gli interventi effettuati dai vigili del fuoco per far fronte all’ondata di maltempo ma purtroppo Luciano Balestrero 67 enne risulta disperso ancora adesso dove la sua auto è stata trovata dal torrente Riasso in piena.
emergenza maltempo
A Savona crolla un muraglione e ha messo a rischio alcune abitazioni e nuova tromba d’aria sul porto di Prà e di Voltri dove è volata una pila di container.

Nel Piemonte invece l’Alessandrino è la zona più colpita ma la situazione è tenuta costantemente sotto controllo dalla Protezione civile, e grazie al loro rinforzo sono tre le persone salvate quando l’acqua stava per sommergere la loro auto. Piogge intense, evacuate centinaia di persone e migliaia di animali, allagamenti lungo i binari della linea ferroviaria Genova-Torino. Per paura di allagamenti la Protezione civile ha disposto l’evacuazione dei pazienti dell’Ospedale di Omegna.

A Milano invece sono tanti i disagi anche se la situazione non è più critica da alcune ore, nonostante la situazione si sia un po stabilita il comune raccomanda a non muoversi con la macchina nelle zone interessate dagli allagamenti. Alcune fermate della linea M5 sono state chiuse perché impercorribili per i pedoni, circolazione bloccata anche sulla linea M2.
In Toscana il peggio sembra passato anche se non si abbassa la guardia.

Da oggi allerta nel Lazio, a Roma la pioggia intensa caduta nel pomeriggio di domenica ha causato allagamenti in strada e nei piani bassi delle abitazione con decine di chiamate ai vigili del fuoco in zona Ostia per scantinati pieni d’acqua e strade allagate e impossibili da percorrere e uscirne. La Protezione civile avverte che dal pomeriggio di oggi e per le successive 12-18 ore si prevedono precipitazioni a carattere di rovescio o temporale con possibili grandinate. Ama ha avviato la pulizia delle strade con particolare attenzione alle aree dove le foglie potrebbero ostruire le caditoie impedendo il regolare deflusso delle acque.

Il maltempo flagella anche il sud della Francia dove purtroppo sono cinque le persone morte in meno di 24 ore. Gravissimo quanto accaduto nel dipartimento del Gard dove un’automobile che transitava verso mezzanotte su un ponte è stata travolta dalla piena del fiume Droude.

Alla fine, dopo 41 giorni di dibattimento, Pistorius pena privilegiata

Oscar Pistorius
Pistorius pena privilegiata. Alla fine, dopo 41 giorni di dibattimento, quando la giudice Thokozile Masipa ha terminato la lettura della sentenza, sono rimasti due dubbi: se Oscar Pistorius non fosse stato disabile, la condanna sarebbe stata più dura? Ma soprattutto, se non fosse stato un “bianco” famoso, la sentenza sarebbe stata diversa? Certo, a prescindere il tribunale dell’Alta corte del Sudafrica dove il 3 marzo si è aperto il processo, era una donna di colore. Che ha ribadito come la decisione fosse sua e solo sua: “La seguente è ciò che considero una sentenza equa sia nei confronti della società, sia dell’accusato”. Oscar Pistorius, campione paraolimpico, giudicato colpevole di omicidio colposo il 12 settembre, è stato condannato a 5 anni di carcere per la morte della fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa nella notte del 13 febbraio nella villa dove i due vivevano. Secondo la giudice, “il bagno era un cubicolo piccolo, sparare lì dentro significava non dare una possibilità di fuga”. Come dire, Pistorius ha sparato per uccidere ma non sapeva di sparare contro la sua fidanzata. Alla fine, escono tutti sconfitti: la difesa, che aveva chiesto una condanna ai lavori sociali; l’accusa, che puntava al massimo della pena, 15 anni; la famiglia di Reeva, costretta ad affermare: “Per lo meno sconterà qualcosa”. Oscar resterà in cella solo 10 mesi in una struttura protetta, il resto della pena sarà ai domiciliari anche se potrebbe rivelarsi molto più lunga del previsto la permanenza in carcere di Oscar. Dopo i primi 10 mesi di cella potrà chiedere la libertà vigilata e trascorrere a casa i successivi 4 anni e due mesi di pena. Ai domiciliari però Pistorius sarebbe costretto ad applicare sulle caviglie un braccialetto elettronico, in modo tale da controllare ogni suo spostamento. Nel caso però dell’atleta sudafricano, questo sarebbe impossibile: Pistorius non ha le gambe da quando aveva 11 mesi, e tuttora indossa protesi che possono comunque “essere staccate dal resto del corpo”. I dispositivi non possono essere applicati alle braccia perché poi sarebbe troppo facile manometterli. Si prospettano nuovi guai e vedremo cosa decideranno i giudici per il campione sudafricano, forse mettergli un collare?

A 15 anni hanno ucciso un anziano che le molestava

A 15 anni hanno ucciso un anziano che le molestava. Per i giudici sono immature e hanno agito per difendersi. Cosi il processo è stato sospeso: per loro niente carcere.

Mirco Sacher
Lo hanno ucciso, ma sono loro le vere vittime. I giudici hanno creduto alla versione delle due ragazze di Udine che il 7 aprile del 2013 strangolarono in un campo fuori città il pensionato Mirco Sacher, 67 anni. Le adolescenti, che allora avevano 15 anni, agirono per proteggersi da una tentata violenza e non per un raptus motivato da una volontà di rapina, come sosteneva l’avvocato della vittima. Lo hanno stabilito le perizie ordinate dal Tribunale dei minorenni di Trieste, in cui si dice che l’omicidio è stato commesso in una dinamica di aggressione sessuale e di difesa e in una situazione di inferiorità psichica oggettiva e di immaturità da parte delle due ragazze. Per le ragazze, affidate a due comunità minorili in Veneto e in Lombardia, è stata decisa la sospensione del processo con un’ordinanza di messa alla prova: dovranno seguire una riabilitazione di tre anni che, se andrà a buon fine, porterà all’estinzione del reato. Senza neppure un giorno di carcere.
Oltre al racconto delle due amiche, sono state le difficili circostanze in cui sono cresciute a convincere i giudici. Nate entrambe nel giugno 1997 e abitanti nello stesso quartiere di periferia di Udine, le due ragazze hanno avuto un’infanzia problematica. La prima ragazza, figlia unica di genitori che hanno divorziato quando era piccola, è stata cresciuta dalla nonna. La seconda ragazza invece, ha perso la madre a tre anni e ha vissuto con il padre in una nuova famiglia.

L’ex ferroviere Mirco Sacher, amico della nonna di una delle ragazze entra nelle loro vite come un nonno acquisito. Dava i soldi alle ragazze e a volte quando restavano a casa con lui, lui le toglieva i vestiti, secondo lui era normale questo. Ci provava, le due ragazze avevano vergogna a raccontare in giro quello che hanno subito. Tutto finisce tragicamente una domenica di aprile, quando Mirco le invita a pranzo nella sua abitazione, con due bottiglie di vino rosso in tavola. Le ragazze raccontano che ci provava in cucina e poi in auto, quando invece di accompagnarle a casa si fermava nei campi. Dopo tante insistenze e dopo diversi tentati di mettere le mani sulle ragazze, loro le sono saltate addosso mettendoli le mani al collo, senza rendersi conto che non respirava più ed è morto strangolato.

Per i giudici sono innocenti, ora per le due giovanissime ragazze è pronto un percorso di riabilitazione, avranno tre anni di tempo per frequentare la scuola con profitto e diplomarsi e dovranno anche impegnarsi in ambito sportivo inserendosi in una squadra. E sarà valutato anche il loro impegno sociale nel volontariato con la Croce Rossa, le associazioni per gli alcolisti o simili.
Ce chi non è d’accordo con la sentenza del giudice ma l’avvocato delle ragazze afferma che le due amiche hanno sempre affermato di aver cercato solo di difendersi anche se con una reazione esagerata ma comunque un uomo di 67 anni non ha nessun diritto di appartarsi nei campi con delle ragazzine di 15 anni.

Un uomo di 38 anni spara alla moglie uccidendola davanti ai due figli

L’ennesimo caso, l’ennesima tragedia in famiglia. Un uomo, agente della polizia penitenziaria di 38 anni spara alla moglie uccidendola davanti ai due figli e poi si toglie la vita.

E’ successo a Cisterna di Latina in provincia di Roma la tragedia che ha sconvolto gli abitanti e soprattutto i due figli della coppia. L’uomo 38 anni Antonino Pierpaolo Grasso era un agente penitenziario in servizio presso il carcere di Velletri, la consorte invece 36 anni Tiziana Zaccari. Dopo tante denunce per maltrattamento nessuno ha fatto niente, nessuno ha protetto questa povera donna che ha chiesto aiuto, motivo di tutto ciò? La donna lo voleva lasciare. Nell’ultimo periodo la coppia litigava frequentemente soprattutto da quando la moglie lo aveva denunciato per diversi maltrattamenti per colpa della gelosia. Questo pomeriggio dopo una lite furibonda sicuramente Antonio Pierpaolo Grasso ha preso la pistola d’ordinanza e ha sparato alla moglie diversi colpi colpendola a un braccio e a una gamba, la donna purtroppo è morta dissanguata: il colpo l’avrebbe raggiunta all’arteria femorale. Con la stessa arma l’uomo si è sparato un colpo al collo morendo sul colpo.

tragedia in famiglia

A dare l’allarme per chiamare i soccorsi sono stati alcuni vicini di casa che avevano sentito il rumore degli spari. Purtroppo e forse anche per fortuna al momento dell’accaduto i due figli della coppia non erano in casa, probabilmente a scuola visto l’età uno di 6 e un altro di 7 anni. Purtroppo perché forse se erano presenti durante il fatto non sarebbe successo tutto ciò e avrebbero potuto fermare il padre a non commettere questa tragedia, e per fortuna forse che non c’erano per non assistere una tragedia simile. E’ una terribile e agghiacciante tragedia, è il secondo suicidio di un poliziotto in soli tre giorni.
All’arrivo dei soccorsi e della polizia, i medici dell’ambulanza non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo e della moglie purtroppo. Come può l’amministrazione penitenziaria, che è da mesi senza un capo Dipartimento, assistere inerte a questi gravi fatti che hanno ormai una cadenza mensile visto che nulla fa per favorire il benessere dei poliziotti penitenziari? Secondo le ricerche negli ultimi 3 anni si sono suicidati più di 35 poliziotti e dal 200 ad oggi sono stati complessivamente più di 100.
La gente comune si chiede ma è tanto difficile comprare degli armadietti e a fine servizio lasciare l’arma sul posto di lavoro? Ci vuole cosi poco ma questo poco può davvero salvare tante vite umane. Se si comprassero degli armadi e fosse obbligatoriamente consegnare le armi a fine giornata si potrebbero risparmiare tante vite umane e tante tragedie, non pensate? Perché nessuno vuole evitare queste tragedie scioccanti? Non ci vuole niente.

Due bambini minorenni sono rimasti orfani, senza una madre e senza un padre. Che ingiustizia. Sul luogo della tragedia si è recato anche il sindaco di Cisterna di Latina Eleonora Della Penna affermando “Questo è un posto di tante famiglie che vivono nella serenità, è una tragedia che scuote la città e in questo momento per noi la priorità sono i bambini. Faremo del tutto, come Comune, per salvaguardarli e proteggerli”. Proteggerli come? Se un padre sangue del suo sangue ha ammazzato a colpi di pistola la loro madre, perché non sono intervenuti prima quando ci sono state diverse denunce? Questa è la domanda di sempre, le denunce non servono a niente se non si prendono provvedimenti.